mercoledì 28 ottobre 2015

CASTELMÒLA


 
CASTELMÒLA A osservarla, incastonata lassù, frughi nella memoria quale immagine di silenzio la possa definire. La solitudine sottomarina della conchiglia, ecco: la stessa immagine che forse incantò i navigatori calcidesi e li decise a fondare Nàxos ai suoi piedi.
Percorrendo le spirali a strapiombo d'una mulattiera riattata, te la trovi dinanzi, d'un tratto. Biancorosea. Palpitante come un cuore. Vigilata a distanza, tra nuvole e cielo, dall'occhio del Mostro infuocato.
La piazzetta. Le basse case. Le scalinate che spezzano il ghiòmmero dei vicoli fioriti. I balconicni avvampati da graste di gerani. Il cupo profilo del maniero sulla rocca in colloquio lunare.
Se hai degustato quel biondo vino a base di mandorle amare, a notte fonda li vedrai. Svelti, a balzi, radenti ai muri, tutti: greci, romani, bizantini, saraceni, normanni...

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