TORRE
ARCHIRÀFI
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La strada, all'Arco, s'incurva a cintura di Venere, costeggia il
mare, lo respira. Così, sospeso nel doppio celeste, il borgo
ausculta gli abissi, i venti e, con essi, talvolta, inafferrabili
nenie d'oasi.
Il
mare la lusinga, la contende alla terra, per farla eterna. E Torre
Archiràfi ne accoglie, timorosa, la carezza, gioca a frantumarsi nel
riflesso dell'onda.
Nessuno
conosce il mistero della sua luce. Forse le viene dal fondo, dalla
Torre sommersa. Dove vegliano, a notte, mille occhi saraceni di luna.