E' un romanzo "Il caso Mozart" di Franco Pappalardo La Rosa(Gremese,
2009) che nel corso di oltre duecento pagine descrive le ultime ore di
vita di Wolfgang Amadeus tenendo conto, anzi fidandosi assolutamente
delle conclusioni raggiunte tempo fa da alcuni ricercatori non molto
graditi al biografismo ufficiale. Che l'ancora giovane Mozart, cioè,
morì di mortte violenta, ammazzato, proprio così, dal marito di
un'allieva con la quale aveva una relazione (Franz Hofdemel lui,
Magdalena lei). Bastonato senza pietà (ma anche senza una precisa
volontà omicida) e scaraventato ai bordi di una strada, nottetempo, fu
soccorso e riportato a casa ma inutilmente. Su pochi altri dati del
genere l'autore ha ricamato una vicenda, una storia quasi in tempo reale
di notevole suggestione: la famiglia, i conoscenti, gli allievi, i
pezzi grossi della Vienna d'allora vi trovano posto in tutta calma,
senza alcuna congestione nonostante la drammaticità del racconto e la
sua indole addirittura poliziesca. Quando, per esempio, il povero Franz
Xaver Sussmayr corre a teatro a cercare il dottor Closset, che venga
subito dal morente, prima che dall'alto della scala del teatro compaia
il dottore stesso compaiono il Kaiser Leopoldo con la Kaiserin Maria
Luisa e man mano tutti i cortigiani, i collaboratori, i ministri e
quant'altri personaggi, attraverso una descrizione viva, simpatica,
quasi fotografica (nel senso migliore).
Chiaro e ordinato il racconto, la prosa limpida e scorrevole non manca
di guizzi poetici: di uno che risponde lamentoso e svogliato, a un certo
punto, si dice che "uggiolò"; e di un altro che fece più o meno il
contrario, che "melodiò".
PIERO MIOLI
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