CASTELMÒLA
―
A osservarla, incastonata lassù, frughi nella memoria quale immagine
di silenzio la possa definire. La solitudine sottomarina della
conchiglia, ecco: la stessa immagine che forse incantò i navigatori
calcidesi e li decise a fondare Nàxos ai suoi piedi.
Percorrendo
le spirali a strapiombo d'una mulattiera riattata, te la trovi
dinanzi, d'un tratto. Biancorosea. Palpitante come un cuore. Vigilata
a distanza, tra nuvole e cielo, dall'occhio del Mostro infuocato.
La
piazzetta. Le basse case. Le scalinate che spezzano il ghiòmmero dei
vicoli fioriti. I balconicni avvampati da graste di gerani. Il cupo
profilo del maniero sulla rocca in colloquio lunare.
Se
hai degustato quel biondo vino a base di mandorle amare, a notte
fonda li vedrai. Svelti, a balzi, radenti ai muri, tutti: greci,
romani, bizantini, saraceni, normanni...